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COSA SI INTENDE PER PIXEL ART
La pixel art è un tipo di arte digitale che coinvolge la creazione e la modifica di immagini utilizzando una griglia di pixel colorati. I pixel sono i componenti più piccoli di un'immagine digitale e vengono utilizzati per creare forme, personaggi oppure per rappresentare particolari oggetti e scenari.
STORIA DEL MOVIMENTO
La pixel art è nata negli anni '70 con l'avvento dei primi videogiochi arcade e dei computer personali. Tuttavia, la pixel art è diventata particolarmente popolare negli anni '80 e '90, quando i giochi per console come Nintendo Entertainment System e Sega Genesis hanno iniziato a utilizzare grafiche a pixel per creare i loro mondi virtuali.
NUOVE FORME DI ARTE
Oggi l'immagine rappresenta una forma d'arte espressiva che parla attraverso le immagini. Si è protagonisti in pochi click, in molte dimensioni.
Si ringrazia, per l'intervista, Krayon, che mi ha permesso di utilizzare anche alcune foto dei suoi progetti. Il restante materiale è frutto di ricerca per una materia universitaria (progetto utilizzato in ambito universitario - Corso 1 ADAV 2024 - Istituto Pantheon).
C'è stato un periodo in cui l'arte era considerata "affare" di pochi, i quali potevano accedere a mostre e avere visione di particolari quadri e collezioni . Si voleva proteggerla e preservarla si diceva. Non siamo qui per analizzare chi ha torto e chi ha ragione ma da qui vorrei parlare di un movimento che, fra gli anni '70 e '80, ha rivoluzionato, grazie all'influenza dei primi strumenti digitali, anche una parte dell'arte moderna: la pixel art. È innegabile come l’arte, oggi, sia stata influenzata dai social: artisti e pubblico possono incontrarsi attraverso "algoritmi" che possono influenzare la visione delle opere d’arte in generale. Il pubblico può avere maggior accessibilità grazie a siti online e, appunto, piattaforme dedicate. Possono nascere comunità appassionate dove vengono scambiate idee, progetti e consigli.
Gli artisti possono aver maggior visibilità e trarre giovamento per le loro opere, facilmente condivisibili.
Spesso succede che, in campo artistico, il gusto della ricerca del nuovo può fermarsi per dare spazio alla riscoperta del passato. La pixel art, dopo le prime opere informatici, considerati pionieri, come Al Lowe e David Lane (che sfruttarono le immagini attraverso una griglia di pixel) è tornata recentemente in auge, e dopo un altro boom negli anni 2000, grazie alla passione per il vintage. Un esempio recente sono gli NFT e il retrograming. La Pixel Art è una tecnica 2D disegnata e rielaborata sulla base dei pixel. Punti, linee e superfici sono generatrici dei pixel. I primi computer (ovviamente rivoluzionari per quell'epoca) non erano il massimo dal punto di vista grafico: immagini a bassa risoluzione le scarse palette di colori. Tutto dovuto ai vecchi nonché storici primi hardware con pesanti limitazioni rispetto ai programmi Adobe e Macintosh attuali. Il popolo, ad un certo punto, si ritrova a parlare di arte accessibile, cambiando propri gusti e si trasforma in acquirente di opere d'arte. Cambiano anche i luoghi: oggi è diventato quasi quotidiano parlare di arte digitale. Sono ormai diffusi in ogni parte del mondo festival, istituzioni, centri di ricerca dedicati all’interazione del concetto artistico con le ultime risorse tecnologiche ancor più elevate: si sta scoprendo di nuovo l'arte digitale grazie al retrogaming. Parlando di pixel, come forma d'arte è, però, necessario parlare di geometrie, linee, punti e dettagli. Queste opere comportano impegno, precisione e una presa di posizione che non può mutare durante il lavoro svolto dall’artista.
Il pixel è come una matita per chi sceglie di rappresentare un qualcosa attraverso questa tecnica: dare voce alle immagini, in modo creativo" così afferma Krayon, pixel artist che ha fatto di questa tecnica il suo strumento di ricerca.
Dai primi rudimenti digitali ai videogiochi a tecnica riscoperta: oggi la pixel art prosegue anche oltre gli anni'80 e oltre i suoi fondatori.
L'arte digitale è l'arte del nostro tempo, è l'arte del XXI secolo. La pixel art ha creato, oggi, un ecosistema online dove pubblico, artisti e social media si integrano a vicenda. Condivide anche alcuni punti in comune con la Pop Art: entrambe le correnti utilizzano spesso immagini della cultura popolare come icone, marchi e personaggi ed entrambe prediligono il colore.
Altri parallelismi con il Neompressionismo di Seurat e l'Optical Art di Vasarely.
Nasce, però, come proseguimento di cubismo, per le forme e, soprattutto, il puntinismo che con la loro enfasi, sulle sule scomposizioni e sulla ricerca dei colori, furono rivoluzionarie. forme geometriche e colori contrastanti per creare opere che generano effetti di movimento e di vibrazione.
Oggi il computer è visto e utilizzato da molti artisti come uno strumento utilissimo e molto funzionale per promuovere, come già detto, le loro opere.
Un altro autore molto influente, è stato Kandinskij: dal libro "Punto, Linea e Superficie", vorrei prendere un estratto "... Non appena apriamo la porta, usciamo dall'isolamento e ci immergiamo nella realtà esterna, diventando parte di questa realtà, sperimento il suo pulsare, con tutti i nostri sensi". Anche lui considerato precursore dell'arte moderna, fondatore della pittura astratta. Così come gli artisti della pixel art, è riuscito a far parlare le forme, le linee e i punti, trovando nelle geometrie un affascinante territorio di esplorazione artistica e concettuale, dove forme e colori si fondono in una danza visiva che stimola l'immaginazione e la percezione. ".Ogni punto è una rovina di un'altra dimensione". questa frase sottolinea la profondità concettuale delle sue riflessioni sulle forme geometriche e il loro significato intrinseco nell'arte astratta. Le geometrie di Kandinsky vanno oltre la mera rappresentazione visiva per esplorare il potenziale emotivo e spirituale delle forme e dei colori, offrendo così un viaggio unico nell'astrazione artistica.
Grazie al puntinismo, i pixel artist, "giocano" con l'occhio dell'osservatore: i punti si fondono creando un'immagine vibrante e lumininosa.
Da Seurat, che utilizzava questa tecnica per ottenere effetti di armonia e di realismo, a Vasarely, maestro dell'Optical Art che si basava sulla creazione di illusioni ottiche e di effetti di movimento, attraverso luci, colori e contrasti e geometrie, ho avuto il piacere di parlare con Krayon, Pixel Artist di Melfi, artista contemporaneo.
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Il pixel è l’elemento base su cui costruisco le mie opere. Con pazienza e precisione e cura dei dettagli. Nei miei lavori emerge lo schema progettuale e la gestione dell’immagine nella sua complessità: questa aspetto è influenzato dal mio percorso di studi grafici ma anche industriale, con radici alle arti classico-scientifiche, dal neoimpressionismo di Seurat all’optical art di Vasarely.
- Krayon -
Esplorando l'argomento ho avuto il piacere di fare quattro chiacchiere con Krayon, artista contemporaneo originario di Melfi.
User Experience Designer di successo da circa 15 anni, è anche uno degli artisti di spicco della pixel art. Iniziando dagli studi nel campo del design e disegnando app sui primi smartphone Nokia, motorola e samsung, ha riportato queste conoscenze nel campo dell'arte lavorando in bassa risoluzione e ha creato un suo stile personale basato sulla pixel art. Da autodidatta ha esplorato questo settore che, come indicato inizialmente, è nato come omaggio al campo del digitale per poi diventare arte a sè stante. Mi ha raccontato sfaccettature, dettagli minuziosi e la realtà che si cela dietro la commissione di un'opera. Ecco qui il riassunto:
Partito da Melfi, ma cresciuto nell’ambiente romano, ha una formazione in disegno industriale e grafica. Tutto questo lo ha appassionato sempre di più e sono stati fondamentali gli studi su Seurat e Vasarely. Affascinato dai mezzi tecnologici si è concentrato sul pixel come modulo su cui costruire le sue opere.
La pixel art gioca sugli effetti ottici, da griglie a diagonali, un continuo perfezionare e capire come usare l'immagine bilanciando a livello matematico dimensione e peso. Applicando un algoritmo, giocando su bianchi e neri, e solo successivamente sui colori.
Approfondendo questa chiacchierata, oltre ovviamente agli aspetti tecnici, ci siamo soffermati sui social: "I social hanno influenzato molto la diffusione dell' arte in generale. Dove prima si riusciva a restare focalizzati su un proprio settore di indagine, oggi c'è più una globalizzazione di idee. Si delineano dei trend e in molti deviano il proprio percorso per inseguire quello che va più di moda. La pixel art oggi è diventata un trend grafico e la si vede applicata ai settori più disparati: in fondo sfrutta un modulo che aggregato in un certo modo permette di creare dei ritmi o delle immagini anche molto complesse".
La particolarità di Krayon è che la pixel art la applica anche per strada. "Si, in genere il pixel artist è un artista digitale. Io sentivo la necessità di riappropriarmi dell'arte manuale, così ho iniziato a dipingere ciò che creavo al computer, e che siamo abituati a vedere negli schermi, su supporti fisici come tele o palazzi. Sono considerato uno street artist e questo mi ha sicuramente dato un'esposizione con il pubblico maggiore portandomi a esporre in gallerie e musei. Rispetto al passato c'è stata un'apertura maggiore da parte di ambienti artistici classici che hanno capito che un arte che rispecchia i cambiamenti degli usi e costumi della società, porta anche un tipo diverso di pubblico ad avvicinarsi all'arte e a riscoprire anche l'arte del passato. Ovviamente non basta aggiungere l'aggettivo "Street" per far assumere alle opere un significato diverso. Il termine oggi viene sfruttato e usato a sproposito per rendere tutto più vendibile e facilmente pubblicizzato sui social. Ultimamente sono in una fase più autocritica nei confronti delle opere pubbliche. Scelgo i progetti più affini al mio percorso e coerenti con il luogo individuato. Per esempio un altro aspetto su cui faccio attenzione è l'uso del colore: in ambito pubblico cerco sempre di rispettare il contesto urbanistico e le scale cromatiche."
I cambiamenti nell'arte vanno in parallelo con diversi fattori:" Ogni epoca ha un movimento di visione classico-scientifica e una romantica. Ogni movimento è stato espressione contemporanea della propria epoca: La pixel art si posiziona nel classico ma, proprio perchè ci sono tanti cambiamenti in corso, oggi si sta delineando un movimento più ampio che sta prendendo il nome di post-digital art, e che attinge dal linguaggio social, le intelligenze artificiali e i software di computer grafica."
La pixel art come trend attuale è un omaggio vintage agli anni '80: "quando ho iniziato a dipingere in pixel art ancora non c'erano gli schermi ultra definiti di oggi. Ciò che mi affascinava era la relazione che lo spettatore doveva avere nei confronti dell'immagine, bisognava posizionarsi alla giusta distanza per avere la visione completa".
Citazione in chiusura: “Te la posso spiegare meglio con una citazione di C. Chaplin: La vita se vista troppo da vicino è una tragedia, se vista da lontano è una commedia".
Fineart print on 300 gr paper
Private Feelings Print
L'opera "Private Feelings" di Krayon è una delle opere che ho visto dal vivo e dove sono rimasto affascinato dalla pixel art, profondamente coinvolgente. Ogni Pixel è attenzione e cura dei dettagli, permette di esplorare l'emotività umana. La sua capacità di esplorare e catturare le emozioni umane in modo così intenso è stato, quindi, davvero impressionante. Anche semplici linee, punti e superfici sono in grado di raccontare storie.
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Wall painting 60 meters for Comune di Moiola 2021 (Vincitore del Bando Distruzione della Fondazione CRC)
La lezione dell'asino
Il grande murales è stato realizzato a Moiola, esplorando ed aggiornando in formato pixel a figura dell’asino, storicamente parte della tradizione montana e della cultura della Valle Stura. L’opera, che si sviluppa su una superficie orizzontale lunga una sessantina di metri, può essere intesa come un viaggio attraverso il tempo. L’immagine iconica di questo straordinario animale riattiva storie, luoghi e tradizioni. Attualizza l’esperienza artistica del Puntinismo, mescola riferimenti alla cultura materiale e a quella sociale con elementi di carattere più intimo ed emozionale.
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Il mito di Diana e Atteone.
Ovidio
Il mito di Ovidio è stato rappresentato a Sulmona, secondo i canoni estetici della pixel art i profili della dea e del cervo nel suo tipico stile che ricorda gli elementi grafici digitali su una facciata di un immobile nella zona artigianale della città abruzzese. Lo stabile ospita, temporaneamente a causa del terremoto, la scuola primaria "Lombardo-Radice". Ovidio racconta del giovane cacciatore Atteone che si imbatté nella grotta in cui Diana e le sue compagne facevano il bagno.
La dea si accorse della sua presenza e, adirata, lo trasformò in un cervo. Il cacciatore scappò ma fu sbranato dai suoi stessi cani. Nella interpretazione dell'artista, che ha lavorato in varie regioni italiane e anche in Cina, Diana e Atteone sono figure che compongono un unico volto.
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"La vita è una tragedia se vista in primo piano, ma è una commedia se vista in campo lungo."
C. Chaplin (citazione)
KRAYON - artista contemporaneo-
Come si colloca la pixel art rispetto all'arte contemporanea
"Un'opera d'arte in miniatura, dove ogni pixel racchiude un mondo di significato."
Creare arte significa esplorare, conversare, studiare.
Significa sfidare le percezioni, provocare pensieri e rivelare le narrazioni nascoste
anche a costo di esplorare nell'intimità
umana.
Nick Smith - Pixel Artist
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I miei puzzle emotivi: ecco i grandi capolavori dell'arte decostruiti con le tessere Pantone.
Utilizzando e sperimentando campioni di colore, Smith è stato in grado di esplorare l'intersezione tra immagini e parole, portando gli spettatori andando oltre la semplice combinazione fra illustrazione ed opera d'arte. Facendo propri i canoni di questa arte digitale, nelle opera sopra mostrate ha reso omaggio ad alcune icone di bellezza (come Marylin Monrore) oppure rappresentanta la realtà umana (il bambino) e ancora ha dato sfoggio di quello che si può realizzare accostando i pantoni colore. La combinazione di linguaggio e immagini consente un'esplorazione a più livelli delle icone culturali contemporanee e dei concetti storico-artistici. il contesto storico, iconico-narrativo, vuole incoraggiare lo spettatore a guardare più in profondità oltre al semplice aspetto visivo. Grazie ad una profonda passione per il colore, l’artista inglese Nick Smith scompone i capolavori della storia dell’arte in tanti tasselli come in un mosaico. Ma, in questo caso, Nick non utilizza le canoniche tessere colorate, ma ricompone il disegno originale accostando i campioni di colore provenienti direttamente dai cataloghi Pantone. Una volta finito, l’artista abbina ogni campione con una parola, in questo modo ogni opera racconta una storia, che può assecondare o smentire il soggetto.
È una tecnica che ha molto in comune con il Puntinismo di Seurat, a partire dal fatto che si tratta di opere che, per goderne al completo la bellezza, vanno viste da lontano.
Al nostro occhio danno la percezione di un qualcosa a cui fare attenzione l’effetto è quello di tanti pixel: mattonelle di diversi colori che, messe insieme, vanno a formare un’immagine.
in questo modo ogni opera racconta una storia oppure rende omaggio ad artisti del passato. Ma non è solo il colore il protagonista delle opere di Nick Smith. Ad ogni singolo tassello è infatti ricollegata una parola. Lo stesso Nick parla di come i suoi progetti siano nati dall’osservazione delle immagini in via di caricamento su internet, appena percettibili dall’occhio per la disomogenea strutturazione in pixel.
Una nuova forma di visione dell'arte: guardare, osservare, fare attenzione, fuori dai classici musei.
Ad esempio la celebre mostra "Psycolorgy" è una raccolta di opere che approfondisce la connessione tra parole e colori. Fin dall'inizio della sua carriera di designer, Nick ha raccolto campioni di colore e ha cominciato a sperimentare con essi sulla sua scrivania, creando forme, immagini e composizioni uniche. Per lui, le associazioni tra parole e colori sono state una naturale evoluzione di questo processo creativo. Immagini che parlano come mille parole.
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Nick Smith - 2014
Mona Lisa
Le composizioni di Nick Smith si collocano comodamente tra astrazione e figurazione, apparendo da lontano come versioni pixelate di famosi dipinti della storia dell'arte occidentale. Ognuno è un collage di centinaia di campioni di pittura che Smith ha assemblato per formare immagini di dipinti iconici, come il suo tributo ai capolavori di Leonardo da Vinci. Smith ha iniziato a ricostruire i dipinti nel 2014, quando ha ricreato il ritratto di Marilyn Monroe di Andy Warhol. Le sue opere sono molto ricercate dai collezionisti internazionali. Sebbene sia meglio conosciuto per le sue repliche di capolavori da museo, Smith utilizza anche campioni di colore per riprodurre manifesti di film, ritratti di nudo e nature morte di condimenti. Incorpora anche del testo nei suoi pezzi sostituendo i nomi dei colori sui campioni con parole evocative, aggiungendo uno strato narrativo al lavoro. Laureato all'Università di Coventry, il precedente lavoro di Smith nel design degli interni ha portato alla sua scelta artistica.
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Nick Smith - 2018 (Priceless)
Munch - The Scream
Edition of 1 + 1 a/p
Paper size 70cm x 92cm
754 colour chip collage on Fabriano 5 paper
Fin dal paleolitico, l'uomo, utilizza le immagini per raccontare agli altri il proprio vissuto: in questo percorso abbiamo parlato dell'arte contemporanea (dopo la Rivoluzione Francese, 1789), che avvicina anche il popolo. Nasce, quindi, il concetto di popolare, populista, pop. L'arte è frutto di attività umana, espressione del momento storico ed è, soprattutto, un linguaggio: come tale anche la pixel art, oltre a rendere omaggio agli strumenti digitali e alle sue varie sfaccettature, è un movimento che racconta storie attraverso una griglia di pixel e possiede un ruolo in questo campo. I social devono contribuire a rendere diffusione degli artisti e delle opere e noi siamo spettatori.
La pixel art ha il potenziale per trasmettere messaggi in modo semplice ma efficace, catturando l'attenzione del pubblico e stimolando la creatività.
Tuttavia è importante prendere in considerazione il fatto che si potrebbero perdere delle risorse preziose per la condivisione durante la promozione di questo tipo di arte, riducendo a "posso farlo anche io" oppure a condividere e basta. Deve esistere una cultura, digitale e non, che contribuisca ad alfabetizzare la razionalità: è consigliabile informarsi, continuando a seguire e supportare gli artisti, contribuendo a valorizzare le loro opere.
In conclusione, la pixel art è un movimento artistico affascinante e ricco di potenziale creativo, che merita di essere promosso e valorizzato.
Come movimento artistico richiede una riflessione approfondita sulle implicazioni artistiche, sociali e digitali al fine di preservare e diffondere la bellezza e l'originalità di questo movimento artistico.
Un racconto che va oltre il semplice disegnare: dare vita alle forme, un po’ come dare vita a noi stessi.